La sensibilità é un dono

Non possiamo scegliere con quale indole venire al mondo, ma come convivervi il più
serenamente possibile si. La sensibilità spiccata é una dote e un dono, non un disturbo psicologico, ma molti ne soffrono e la vivono come uno svantaggio e un disagio. Ma come sono fatti gli ipersensibili? Non sono certo rari, si stima che siano il 15/20% delle persone, uomini e donne indifferentemente.
Hanno una pelle più sottile, portano sulle spalle ipoteche di un’infanzia dove mancanza di limiti precisi, messaggi contraddittori, clima aggressivo o assenza di regole li hanno spinti a rinunciare a una importante di sé, ad assumersi il punto di vista dell’altro rinunciando al proprio.
Hanno una raffinata capacità di percepire il vostro stato d’animo, risulta loro facile adattarsi alle modalità di pensiero del interlocutore ma così facendo perdono il contatto con se stessi, hanno una percezione minore del proprio corpo e del proprio valore e spesso si fanno carico dei problemi altrui prima dei propri, stentano ad affermarsi con naturalezza eppure sono i primi a cogliere ingiustizie o soprusi, molti di loro sarebbero pronti ad agire in prima persona e dare alla società un contributo prezioso perché possiedono un enorme ricchezza.
Ipersensibile può essere chiunque, il vicino di casa, il collega di ufficio, il bimbo cui serve tempo da trascorrere in solitudine per rielaborare i troppi stimoli assorbiti, e che spesso a un genitore che li somiglia.
E inutile lottare contro ipersensibilità, se non lo si fa nel modo giusto, ed il modo é quello di trasformare la propria percezione, di non farsi influenzare da tutti gli stimoli ma selezionarli; perché questo è il problema degli ipersensibili: la difficoltà a centrarsi su se stessi e stabilire limiti propri automaticamente attira su di loro attacchi e abusi, li predispone allo scontro continuo.
Riusciranno finalmente a reagire ai conflitti delimitando il loro baricentro, scopriranno che il poter pensare in modo diverso da prima non solo è possibile, ma provare a farlo, immaginare di poter comportarci come vorremo genera nel nostro cervello nuove connessioni neuronali che con la ripetizione si fissano sempre di più trasformandosi in schemi consolidati di pensiero che si sostituiscono le vecchie abitudini. Se percepire i propri limiti da una ritrovata base fisico-sensoriale concreta consente agli ipersensibili di reggere finalmente il conflitto, i suggerimenti per un nuovo modo di riappropriarsi della propria percezione, per divenire consapevoli di sé e della propria attenzione nell’era del surplus delle informazioni e dello straniamento prodotto dalle nuove tecnologie sono di grande interesse non solo per loro.

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